domenica 27 aprile 2014

great day


se volete vivere su strada la vostra Buell, 
in compagnia di un grande gruppo di amici



domenica 6 aprile 2014

Massimo Tamburini, genius of motorcycling, 1943 - 2014.



1976 – BIMOTA HDB1 – 500


Anno: 1976
Esemplari prodotti: 1
Design: Massimo Tamburini
Provenienza: CMM Collezione Motociclistica Milanese


Una moto da Gran Premio davvero rivoluzionaria.
Si tratta di un esemplare unico, di grande interesse per le soluzioni tecniche adottate. Tutto prende il via nella prima metà degli anni ’70, quando il Reparto Corse dell’Aermacchi/Harley-Davidson di Schiranna punta alla classe regina, la 500. Dopo gli eccezionali risultati ottenuti in pista con le 250 e 350 a 2 tempi viene inizialmente allestita una versione da 391 cc che nelle mani di Granfranco Bonera darà filo da torcere alle 4 cilindri della Suzuki e della MV Agusta. Visti i risultati di grande rilievo si passa alla cilindrata piena e viene realizzato un nuovo propulsore bicilindrico, caratterizzato però dall’alimentazione a 4 carburatori. Di questo motore viene costruito un lotto di una decina circa di unità destinate al Reparto Corse, ma grazie alle precedenti collaborazioni con la Bimota un propulsore viene consegnato alla casa riminese. Qui il grande progettista Massimo Tamburini interviene creando appositamente un telaio speciale, con una struttura perimetrale che prevede tubi in acciaio al cromo-molibdeno ad alta resistenza. Estremamente interessante è il forcellone (di Avional scatolato!), che si prolunga ai fianchi del motore fino a risultare coassiale con il pignone di uscita del cambio per non influire sul tiro catena. Ma il particolare più affascinante è indubbiamente dato dalla sospensione posteriore che prevede un sistema cantilever ad ammortizzatore unico centrale, universalmente adottato oggi ma una vera novità nel 1976. Infatti all’epoca l’unico modo per entrare in possesso di un simile componente è quello di rivolgersi al mondo della Formula1!. La molla è originale Bimota e realizzata in titanio, l’ammortizzatore è un Koni identico a quello montato sulla Ferrari 312/T. Tra le altre prerogative originali: l’avancorsa è regolabile attraverso le piastre della testa della forcella e i cerchi sono in magnesio, su disegno Bimota.