sabato 28 aprile 2012

1st 2012 (snowy!) tour




Finally a sunny day, so we hit the road.


There was everything we needed, even the snow!


Too much snow, actually, that blocked the road...what better occasion to taste the local specialities?!?




































domenica 22 aprile 2012

Vincent HRD Black Knight - Prince 1000



Creare nuove linee stilistiche e nuovi punti di riferimento estetico non è cosa semplice, 
soprattutto se questi parametri sono letteralmente futuribili o proiettati molto avanti nel tempo,
 è così da sempre, è successo a moltissimi prodotti ed ovviamente accade anche nel
mondo delle due ruote, i progetti dall'aspetto troppo "diverso" dai canoni predefiniti vengono solitamente accantonati dal mercato e dallo stesso pubblico che si ritrova legato a criteri estetici assodati e digeriti indirizzando la propria scelta su modelli dall'aspetto tecnico o estetico tradizionale, ma spesso "tradizionale" vuol dire datato, vecchio, già visto.




Le linee nuove o semplicemente diverse mi hanno sempre affascinato,
l'abituare l'occhio ad apprezzare proporzioni inaspettate o insolite è un buon allenamento per evitare l'assuefazione e l'inquadramento estetico diffuso ed imperante oggi molto più di ieri.




Viva quindi le case produttrici (pochissime, la maggioranza è stata chiusa), i preparatori (pochi e alle volte troppo criticati e catalogati, ma alcuni escono dal coro), o i semplici appassionati (ne servirebbero molti di più!) che cercano strade nuove nelle forme e nel gusto di tutte le categorie motociclistiche, perché cambiare vuol dire innovare e caratterizzare, vuol dire trovare nuovi orizzonti, 
oggi il design è tutto, il motore non sembra essere più così importante, 
fra alcuni anni lo sarà sempre meno, ed allora vincerà chi avrà capito che azzardare vuol dire avere personalità. 




Una persona che sapeva azzardare ed interpretare il futuro era sicuramente Philip Vincent, 
un visionario.





Come si potrebbe definire un progettista che decide di carenare completamente, sotto un ampio mantello in fibra di vetro, due fra le motociclette più straordinarie della storia? 
Un visionario, talmente convinto di entrare nel futuro che alla fine c'è riuscito.







Il modello Vincent Rapide e la Black Shadow vennero quindi carenate
 e ribattezzate Black Knight e Black Prince.










Dallo stabilimento di Stevenage uscirono poco meno di 200 Vincent carenate, su una produzione complessiva di circa 450 modelli, ritardi e complicazioni nella realizzazione delle carenature e la continua domanda di modelli "tradizionali" decretò l'insuccesso della Vincent carenata, era il 1955.




















In quello stesso anno 10 Black Knight vennero utilizzate nelle riprese del film "1984" come futuristici veicoli della polizia, così nel passato si immaginava il nostro presente.
















lunedì 9 aprile 2012

DKG-HD: Mert Lawwill project.






Mert Lawwill nel 1990 contattò Dave Garoutte della DKG Machine per la progettazione di una road racer 1000 basata su motore HD XR e realizzata per gareggiare nell'AMA Battle of the Twins professional race series.



Il telaio fu costruito attorno ad un propulsore da dirt-track XR750 per essere utilizzato come base di partenza per i vari test in pista.



Il nuovo progetto, denominato "Land Shark" dallo stesso Garoutte dopo una prova in pista di Jay Springsteen al Motor Speedway di Daytona, fu proposto ai piloti ufficiali Church e Springsteen (all'epoca la moto "ufficiale" era la Lucifer's Hammer II), dei due solo Springsteen si manifestò interessato decidendo di utilizzare il nuovo progetto in gara.






Venne così realizzata e portata in pista a Daytona una "Land Shark" con motore XR1000 affidata a Jay Springsteen, purtroppo il propulsore fornito dall'HD era usato e si rilevò in poco tempo più inaffidabile del previsto e nonostante le "cure" dello stesso Lawwill la DKG non riuscì a concludere il week-end di Daytona decretando così la fine prematura del progetto ed il suo definitivo accantonamento.















Nonostante la sfortunata avventura agonistica, derivata soprattutto dalla carenza di un propulsore adeguato ed affidabile, il progetto DKG "Land Shark" possedeva caratteristiche tecniche per l'epoca assolutamente all'avanguardia, soprattutto per il panorama americano.



Il telaio, in verità molto simile a quello realizzato da Buell per la LH2, presentava quote ciclistiche ancora più estreme, un passo di soli 55" (139cm), piastre sterzo in magnesio, forcella anteriore a steli rovesciati sovradimensionati, forcellone posteriore in alluminio con perni sferici, inedito sistema per l'impianto frenante anteriore anti-dive, comando idraulico del cambio, ed un peso a secco incredibile di poco sopra i 130kg!












































domenica 1 aprile 2012

NiCe JoB






Finally I changed over to the "dark side".
Thanks to all who advised me on the right choice.
Oh yeah!